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Le politiche europee

il regolamento di dublino

Stabilisce quale Stato membro è responsabile per l'esame di una domanda di asilo presentata da un cittadino straniero o un apolide all'interno dell'UE. Il principio chiave è che il primo Paese dell'UE in cui il richiedente asilo arriva e viene registrato è quello responsabile della gestione della domanda.  l'obiettivo è quello di evitare che i richiedenti asilo presentino più domande in diversi Stati membri e di garantire che ogni domanda venga esaminata da un unico Stato membro, riducendo la confusione e il rischio di persone senza protezione.

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L'Italia, come gli altri paesi di frontiera crticano questa norma perché essa tende infatti a sovraccaricare gli Stati di primo ingresso, lasciandoli a gestire una grande parte dei richiedeti asilo. 

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La Francia invece appoggia il principio fondamentale del Regolamento di Dublino, per cui il primo Paese di arrivo è responsabile dell'esame delle domande di asilo. Tuttavia sostiene la necessità di una maggiore solidarietà tra gli Stati membri

L’Unione Europea ha introdotto negli anni diverse normative e politiche per gestire il fenomeno migratorio e contrastare l’immigrazione irregolare.

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Eurodac è una banca dati europea che raccoglie le impronte digitali dei richiedenti asilo e dei migranti irregolari nei Paesi membri.

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  • La Francia utilizza Eurodac per identificare i richiedenti asilo e determinare se hanno già presentato domanda in un altro Paese UE.

  • L’Italia è spesso il Paese di primo ingresso per i migranti che attraversano il Mediterraneo. Di conseguenza, le autorità italiane devono registrare le impronte digitali dei migranti, pur criticando  il sistema perché sovraccarica i Paesi di frontiera, come appunto l'Italia, la Spagna e la Grecia

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L'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, aiuta i paesi dell'UE e Schengen a gestire i confini esterni dell'UE e a contrastare la criminalità transfrontaliera.

Frontex è un centro d'eccellenza per le attività di controllo presso le frontiere esterne dell'UE e condivide intelligence e competenze con tutti i paesi europei, nonché con i paesi terzi vicini interessati dalle tendenze migratorie e dalla criminalità transfrontaliera.

Il nuovo patto sulla migrazione e l'asilo  (2020):

Proposto dalla Commissione Europea nel 2020, mira a riformare il sistema migratorio europeo con tre obiettivi principali: Condividere le responsabilità tra tutti gli Stati membri; rafforzare i controlli alle frontiere esterne; accelerare le procedure di asilo e rimpatrio.

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  • In Francia:
    La Francia sostiene il Nuovo Patto ma insiste sulla necessità di rafforzare i controlli alle frontiere esterne per limitare l’arrivo di migranti irregolari sul proprio territorio. Tuttavia, è scettica sulla redistribuzione obbligatoria, temendo che aumenti i movimenti secondari verso la Francia.

  • In Italia:
    L’Italia è tra i Paesi che più spingono per l’adozione del Patto, poiché mira a distribuire in modo più equo la gestione dei migranti tra tutti gli Stati membri. L’Italia critica l’assenza di solidarietà da parte di alcuni Paesi del Nord ed Est Europa e richiede una maggiore cooperazione nei salvataggi e nelle redistribuzioni.

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