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Benvenuti nel punto d'incontro creato per comprendere l'immigrazione extracomunitaria  in Francia e in Italia. 

un po' di storia

Le migrazioni internazionali sono sempre state alla base del popolamento dei vari continenti e continuano a essere un fattore significativo nello sviluppo demografico. Dal 1960 al 2010 il numero di migranti su scala globale è aumentato da 72 milioni a 214. I paesi europei attraggono il maggior numero di migranti tra tutte le regioni del mondo (erano 70 milioni nel 2010). 

Dopo la Seconda guerra mondiale le aziende occidentali hanno reclutato in massa lavoratori stranieri per sostenere il boom economico fino all’arresto dei flussi in Europa negli anni Settanta a causa della crisi economica.

Oggigiorno i flussi migratori verso l’Europa sono in aumento a causa di diversi fattori, tra cui conflitti, disuguaglianze economiche e globalizzazione. Persone provenienti da varie parti del mondo si spostano alla ricerca di opportunità lavorative, istruzione, o per sfuggire a persecuzioni e violenze.

Molte migrazioni avvengono in modo irregolare, attraverso rotte non autorizzate o con l’aiuto di trafficanti, spesso in condizioni difficili. L'Europa rappresenta una meta centrale per i migranti, con percorsi che includono attraversamenti via terra attraverso i Balcani e altri itinerari che collegano Africa, Medio Oriente ed Europa meridionale. Francia e Italia sono Paesi chiave in questo contesto, sia come punti di transito sia come destinazioni finali. Gli Stati devono affrontare la sfida di bilanciare i controlli di frontiera con il rispetto dei diritti di chi cerca protezione.

Assemblea nazionale

Perché la  Francia?

La Francia ha una lunga storia di immigrazione: paese scarsamente popolato in rapporto alle sue dimensioni e coinvolto a più riprese in guerre rovinose.

Da almeno due secoli ha un problema demografico e di alimentazione del mercato del lavoro. Questo, unito allo sviluppo industriale e alla storia coloniale, ha contribuito a fare della Francia uno dei principali poli di attrazione dell’immigrazione in Europa. Nel 2015 risiedevano in Francia 7,9 milioni di persone nate all’estero, pari all’11,9% dei residenti.

Le devastazioni causate dai due conflitti mondiali hanno ulteriormente accentuato il bisogno di forza lavoro, sia per la ricostruzione del paese sia per sostenere la sua ripresa economica. Milioni di immigrati sono stati chiamati a colmare questa necessità nei settori dell’industria e dell’edilizia.

La Francia ha inoltre beneficiato del legame culturale e linguistico con le sue ex colonie, in particolare in Africa e nel Maghreb, dove il francese è rimasto una lingua ampiamente parlata e insegnata. Questo fattore ha facilitato l’integrazione di molti migranti provenienti da queste regioni, rendendo la Francia una destinazione naturale per chi cerca opportunità economiche o un nuovo inizio.

Nello stesso tempo, il paese ha storicamente coltivato un approccio inclusivo nei confronti dei nuovi arrivati e dei loro figli: cinque anni di tempo per accedere alla cittadinanza, e diritto di suolo (ius soli) quasi automatico per i nati in Francia. Trasformare gli stranieri in francesi è tuttora un principio-guida delle politiche dell’immigrazione, pur con maggiore cautela negli ultimi decenni.

Perché l' Italia?

L'Italia è stata e continua a essere un importante punto di arrivo per i flussi migratori grazie alla sua posizione strategica nel Mar Mediterraneo, vicina alle coste del Nord Africa e ai Balcani. Questa collocazione la rende un naturale punto di approdo per molti migranti provenienti da Africa, Medio Oriente e Asia. Le isole come Lampedusa, la Sicilia e Malta rappresentano spesso le prime tappe per chi cerca di raggiungere l'Europa via mare.

Oltre alla prossimità geografica, l’Italia ha attratto migranti per soddisfare la domanda di manodopera in settori chiave come l’agricoltura e l’edilizia. Tuttavia, le politiche di integrazione nel paese risultano meno strutturate rispetto a quelle di altri stati europei, come la Francia.

Uno degli ostacoli principali all’integrazione è rappresentato dalla normativa sulla cittadinanza, basata sul principio dello ius sanguinis. Questo sistema rende più difficile per i figli degli immigrati, anche se nati e cresciuti in Italia, ottenere la cittadinanza italiana, limitando così il loro pieno inserimento nella società. 

​© 2035 by Natalia Kniaziowska. Powered and secured by Wix

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