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Dany Hamoui, 1988, Montpellier 

1. Cosa l'ha spinta a lasciare la Siria? Quando ha capito che non voleva più rimanere lì? Perché ha scelto la Francia come destinazione?

Ho lasciato il mio Paese, dove vivevo da quasi 20 anni, a causa del crescente pericolo del conflitto armato in Siria, che si stava sviluppando vicino a Damasco, la mia città di domicilio e città natale dei miei genitori. Ho scelto di andare in Francia perché avevo sempre desiderato di visitare il Paese in cui sono nato, desiderio che poi si è trasformato in necessità di chiedere asilo a causa dell'interminabile guerra che stava devastando la Siria.

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2. Come si è svolto il suo arrivo in Europa e poi in Francia? Ha trovato il processo di accoglienza chiaro e corretto? Quali ostacoli o sfide ha incontrato? 

​Sono arrivato in Francia attraverso il Libano con un visto per studenti e, una volta arrivato a Nizza, ho fatto richiesta di asilo politico, che mi è stato concesso dall'OFPRA. Il processo di accoglienza è stato molto umano e mi ha aiutato a integrarmi più facilmente nella società francese. Gli ostacoli che ho incontrato sono stati soprattutto quelli della procedura per ottenere l'equipollenza del mio diploma siriano in odontoiatria. L'equipollenza di questo tipo di diploma non è automatica, soprattutto quando il diploma è stato conseguito in un Paese extraeuropeo. Ho avuto la fortuna quindi di poter passare agli studi giuridici per superare questo ostacolo.

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3. Quali opportunità le ha offerto la Francia dal suo arrivo (istruzione, apprendimento della lingua, alloggio, ecc.)?

Grazie al mio status di rifugiato, sono stato trattato in modo paritario. Ho avuto gli stessi diritti di uno studente francese, compreso l'accesso all'alloggio e alla borsa di studio. Nel mio caso, l'apprendimento della lingua non era incluso, ma grazie all'insegnamento e ai colleghi sono riuscito ad apprendere correttamente in francese, sia a livello scritto che orale. 

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4. Secondo lei, l'Europa e la Francia facilitano sufficientemente l'integrazione dei rifugiati? Se avesse una raccomandazione da fare per migliorare la politica europea di accoglienza, quale sarebbe?

Non ho incontrato alcuna difficoltà nella procedura di richiesta di asilo politico in Francia. I tempi di trattazione delle domande sono stati un po' lunghi, ma è comprensibile visto l'elevato numero di domande ricevute. In Germania, ad esempio, il processo di integrazione è più rigido. Gli stranieri devono certificare un certo livello di lingua tedesca prima di poter accedere a determinati diritti. Tuttavia, la Germania ha una procedura più specifica per ottenere l'equipollenza delle qualifiche straniere, in quanto mira a determinare in modo più pratico il livello del richiedente l'equipollenza.

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